Recentemente, grazie al bando del Mise e lo stanziamento di diversi milioni di euro di fondi per
le aziende che introdurranno questa figura, si parla molto di Innovation manager. Ma di cosa si occupa e
che tipo di impresa potrebbe averne bisogno?

Si fa un gran parlare di innovazione, digitalizzazione, industria 4.0 e tanto ancora. Ma, scattando una fotografia delle piccole e medie imprese (e magari anche delle grandi) quante sono realmente pronte ad intraprendere veri ed efficaci processi di miglioramento? È questa però l’unica via per resistere a tempi ancora complicati e non perdere competitività sui mercati. Serve avere approccio mentale all’innovazione che possa, seguendo poi diverse vie, aiutare ad innescare e portare avanti un cambiamento virtuoso. Si sta imponendo sul mercato la figura dell’innovation manager, quella figura che – interna o esterna all’azienda – ha le competenze per dare impulsi efficaci ed efficienti e guidare senza indugi l’applicazione di strumenti per l’innovazione.

Chi è l’innovation manager?

L’innovation manager ha competenze sia di processo sia di organizzazione aziendale e tecnologiche. Insomma, un professionista in grado di avere una visione unitaria sul percorso dell’azienda che si trova a supportare coordinando al meglio tutte le risorse – umane e non – a disposizione. Questa figura è al centro anche di un bando del Mise, introdotto dalla Manovra 2019, che destina 75 milioni in tre anni (dal 2019 al 2021) ai progetti delle imprese che vorranno introdurre la figura dell’innovation manager. Singoli professionisti o società strutturate – che saranno certificati da albi ed elenchi dei consulenti –  divengono così guida dei processi di innovazione che, fino a quel momento, sono stati messi da parte per mancanza di competenze, tempo o per difficoltà nella gestione organizzativa. Il bando offre sicuramente una grande opportunità a quelle realtà già pronte a sviluppare progetti di crescita nel senso dell’innovazione digitale, oggi quanto mai necessaria per vincere le sfide non solo globali ma anche locali. La positività di questo bando – pur nella consapevolezza che le risorse sono limitate e potranno sostenere circa 800 progetti in tutta Italia – è che lancia un serio messaggio al mondo delle PMI su quanto servano atti concreti – perché no, anche atti di coraggio in tempi ancora complicati – per non lasciarsi travolgere dagli eventi e riuscire a governare la propria barca.

Perchè hai bisogno di un innovation manager?

Se l’assunzione di consapevolezza di quanto la propria azienda abbia bisogno di investire in innovazione è il primo fondamentale passo, serve poi intraprendere un cammino – che potrà essere anche faticoso e a tratti accidentato – avendo ben fissa la meta. Ecco che l’innovation manager diventa quella presenza “terza” rispetto al quotidiano flusso delle attività lavorative capace di innescare quei necessari cambiamenti. C’è senz’altro la possibilità di un doppio percorso in un cammino di innovazione tenendo conto del budget a disposizione e degli obiettivi che si vogliono raggiungere. 

Si potrà decidere di procedere per step distribuiti in un tempo più esteso, a costi e rischi probabilmente maggiori oppure, con la regia di un buon Innovation Manager, iniziare e concludere l’innovazione in tempi più utili e redditizi. Una soluzione più d’impatto può rivelarsi però quella vincente per riuscire ad acquisire posizioni di vantaggio nel panorama delle aziende di un determinato settore e, in poco tempo, riuscire a beneficiare in maniera davvero efficace dei processi innescati. Il punto di partenza è però comune ed è sicuramente associabile alla presa di coscienza di quanto sia necessario stravolgere lo status quo per averne beneficio. “Ho sempre fatto così ed è andata bene” è un concetto ormai legato a schemi del passato e che inevitabilmente finisce per lo schiacciare chi dovesse continuare a seguire questa strada. 

Ecco, a tutto questo serve un innovation manager che sia in grado di dare la giusta spinta verso il futuro in quella che è la quarta rivoluzione industriale. Un Paese che vuole veramente rilanciarsi non può prescindere dal suo tessuto produttivo e da quelle centinaia di piccole e medie imprese che ne hanno segnato la storia. Una storia che può continuare ad essere ancora vincente se si avranno il coraggio e la forza di non lasciarsi travolgere dagli eventi ma di governare una buona ed efficace innovazione.

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